LE INTERAZIONI TRA FARMACI E ALIMENTI (clicca e leggi)




“Non ci sono piante buone per il cibo, che non siano anche per la cura, purché prese in giusta misura. Solo l’eccesso le rende causa di malattia“. Così scriveva Umberto Eco nel romanzo “Il Nome Della Rosa”. Ed effettivamente è proprio così: il cibo è la prima cura per il nostro organismo, ma spesso sia se assunto in eccesso, sia per interazioni con i farmacipuò essere fattore scatenante per diverse condizioni patologiche.
Spesso, infatti, non si presta particolare attenzione a conoscere lo stato nutrizionale di un individuo, prima di assegnare farmaci o integratori per la cura di svariate patologie. Ma esiste invece una possibile interazione tra gli alimenti e i farmaci da cui scaturisce tutta una serie di sintomi, a cui spesso non è facile dare un nome né una causa specifica e  i cui i  effetti  si manifestano  solo  a  lunga distanza.  I diversi principi attivi presenti nei farmaci, anche quelli utilizzati per un banale mal di testa, possono essere influenzati dalla nostra alimentazione: l’assunzione di particolari cibi, bevande, piante fitoterapiche può modificare il risultato atteso dal farmaco.
I liquidi accelerano il passaggio degli alimenti attraverso lo stomaco e quindi riducono l’intervallo di tempo fra l’assunzione del farmaco e la comparsa dei suoi effetti. È  bene sapere che  il  primo  errore  da  evitare  è  deglutire  le  compresse  senz’acqua. I liquidi, infatti, svolgono almeno tre importanti funzioni:
Impediscono anzitutto che i farmaci aderiscano alla parete di stomaco ed esofago, causando talvolta ulcerazioni; (i più insidiosi a questo proposito sono gli antinfiammatori, il potassio e il ferro).
L’acqua permette al farmaco di attraversare il più velocemente possibile lo stomaco e l’intestino e di dissolversi rapidamente laddove viene assorbito.
Infine, l’assunzione di liquidi può essere utile per la malattia che si cura; è il caso, per esempio, delle infezioni delle vie urinarie, della calcolosi renale o della febbre.
Per  quanto  riguarda, invece, il tipo  di  liquido,  l’unico  che  sicuramente  non  causa  mai interferenze è l’acqua naturale, meglio se a temperatura ambiente.  L’acqua calda non è mai consigliabile, perché come tutte le bevande calde ritardano l’effetto del farmaco assunto. L’acqua ghiacciata può essere utile se si vuole accelerare il passaggio attraverso lo stomaco del medicamento, o per mascherarne l’eventuale cattivo sapore. Le acque ricche in calcio sono controindicate nel caso si assumano  antiinfiammatori a base di cortisone  o farmaci attivi sul sistema cardiovascolare, mentre non hanno effetti particolari durante l’assunzione di antibiotici.
Per quanto riguarda i cibi solidi, questi diminuiscono  la  velocità di assorbimento di alcuni farmaci e questo aumenta in presenza di  cibi molto caldi e ricchi di grassi. La velocità di assorbimento diventa molto importante quando si assumono analgesici per il dolore acuto (vedi il paracetamolo). In genere, assumere un farmaco a stomaco vuoto consente una più rapida comparsa dell’effetto atteso, ma aumenta la possibilità di alterazioni alle pareti e alla mucosa gastrica. Un compromesso accettabile potrebbe essere quello di assumere la prima dose a stomaco vuoto con molta acqua e le successive a stomaco pieno.
Alcune sostanze contenute negli alimenti si legano ai farmaci e impediscono il loro assorbimento. Per esempio alcuni antibiotici divengono inattivi nello stomaco per l’azione chelante dei minerali quali calcio, ferro, alluminio, magnesio presenti negli alimenti. Sono fortemente controindicati in soggetti sottoposti a terapia anticoagulante  il consumo eccessivo di spinaci e broccoli in quanto riducono l’assorbimento di questi farmaci e la loro attività. L’assunzione di caffè nei soggetti affetti da ipertensione può essere associata a maggiori variazione dei valori pressori, mentre risulta benefico il consumo di peperoncino.

Altri alimenti consigliati e sconsigliati

Aglio
Essendo un alimento con proprietà fitoterapiche favorisce la riduzione della pressione arteriosa e riduce la formazione di placche aterosclerotiche. Per questi motivi è particolarmente indicato in caso di terapie antipertensive e normocolesterolemizzanti.


Energizzanti e bevande a base di cola
Essendo in pratica degli eccitanti questi alimenti sono sconsigliati in caso di terapie antidepressive, in quanto potrebbero potenziare a dismisura l’effetto dei farmaci.


Succo di pompelmo
Per quanto ricco di vitamina C e in generale un alimento consigliato, il succo di pompelmo andrebbe evitato in caso di terapie farmacologiche e in particolare con calcioantagonisti, impiegati nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Questo perché il succo di pompelmo, accelerando l’attività del fegato, trasforma ed elimina l’effetto dei farmaci.


Insaccati
Aumentando  la pressione arteriosa, questi alimenti non devono essere assunti durante terapie antidepressive e anti-Parkinson.


Succo di limone e altri agrumi
Il succo di limone, essendo ricco di vitamina C e fungendo, quindi, da integratore naturale, è particolarmente indicato durante terapie farmacologiche e in particolare con calcioantagonisti, impiegati nel trattamento dell’ipertensione arteriosa.


Alimenti a base di lattosio 
Stimolando la fermentazione intestinale questi alimenti, compreso il gelato, sono sconsigliati in caso di diarrea. In più bisogna anche evitare l’assunzione di questi in casi di terapie a base di polinsaturi, ai fini di evitare il legame di questi ultimi al calcio.

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